Il Covid 19 e le Profezie a posteriori di Nostradamus



Succede il finimondo, e subito qualcuno va a cercare conferme dell’accaduto nelle Profezie di Nostradamus.



Sotto, il video racconto dell’articolo sul canale Youtube di Vanilla Magazine:

Nostradamus in un dipinto del figlio César – 1614 circa



Così è stato anche per il Covid-19, la “peste” del XXI secolo, certo non letale come quella detta di Giustiniano o come la Morte Nera del 1347, ma comunque in grado di sconvolgere il mondo intero. Da qualche mese girano per il web svariate interpretazioni di alcune quartine dove l’indovino francese parla di “peste”. Ce n’è una in particolare, dove ci sarebbero chiare indicazioni su un’epidemia che avrebbe colpito l’Esperia (Italia) e in particolare Insubre (la Lombardia). Una peste responsabile di “captivité” (prigionia) che sarebbe iniziata con l’ingresso di Mercurio in Sagittario (dicembre 2019) e finita con l’uscita di Saturno dall’Acquario (1° luglio 2020).

Nostradamus in una rappresentazione del XIX secolo

A cosa si deve la lunghissima fortuna delle Profezie di Nostradamus?

E’ innegabile che il medico-speziale-astrologo francese abbia attraversato i secoli, se non di persona, almeno in senso metafisico, arrivando a prevedere eventi lontani nel tempo, un futuro distante oltre duemila anni dalla sua epoca.

La fama di Nostradamus non tramonta con la sua morte (1566), anzi. Le sue quartine hanno continuato a interessare nei secoli migliaia di persone, pronte a trovare un riscontro nella realtà, seppure con il “senno di poi”, malgrado le profezie si adattino a molteplici interpretazioni, perché scritte in un linguaggio criptico, soggetto a traduzioni non sempre filologicamente accurate: “Da traduzioni barocche e da interpretazioni facilistiche e fantasiose si può cavar fuori quello che si vuole tradendo la profezia originaria di Nostradamus” (Carlo Patrian, Le Profezie di Nostradamus).

Copia di una traduzione inglese delle Profezie – 1672



Nostradamus, o più correttamente Michel de Nostredame, nasce nel 1503 nel sud della Francia, a Saint-Remy-de-Provence, in una famiglia di origine ebraica convertita al cristianesimo (per decisione del nonno), forse per evitare le persecuzione dell’inquisizione. Il bisnonno materno ha una forte influenza nella sua educazione, e forse è proprio lui che gli fa nascere la passione per l’astrologia (all’epoca materia di studi universitari), la matematica che talvolta si avvicina all’esoterismo, la cabala ebraica.

Da ragazzo studia con profitto e intanto se la deve vedere con la peste, che sarà in qualche modo sempre il suo chiodo fisso. Cerca rimedi per quella terribile malattia, diventa speziale e poi medico, ma l’impegno non basta: la moglie e i suoi due figli muoiono proprio di peste, nel 1537. Lui comunque continua nelle sue ricerche, viaggia tanto, si dà da fare durante alcune epidemie, fino a che pare perdere interesse per la medicina.

Si impegna in un grande progetto: scrivere mille poesie di quattro versi ciascuna (quartine) per lasciare testimonianza delle sue previsioni, profezie sul futuro riguardo ai successivi duemila anni.

Les Propheties – edizione del 1566

In realtà il libro Les Propheties, uscito nel 1555, contiene 942 quartine (più che sufficienti a inquietare i lettori fino ai giorni nostri), scritte utilizzando una lingua criptica, composta da elementi di greco, latino, italiano, ebraico, occitano e arabo, forse per sfuggire a un’eventuale persecuzione di tipo religioso. In realtà l’inquisizione non si interessa alle Profezie, anche se all’epoca qualcuno pensò a un legame di Nostradamus con il diavolo o, più prosaicamente, che il medico-speziale, tanto apprezzato da Caterina de’ Medici, fosse un impostore. Lui comunque, per non correre rischi con la chiesa cattolica, rifiuta l’appellativo di profeta.

Caterina de’ Medici lo chiama a Parigi, alla corte del marito Enrico II, che muore nel 1559. Sale al trono, a soli 15 anni, Francesco II, che l’anno prima ha sposato la sfortunata Maria, regina di Scozia. Rimane sul trono poco più di un anno, perché a dicembre del 1560 un ascesso cerebrale se lo porta via e la giovane vedova, senza figli, torna in Scozia, dove l’aspetta un triste destino. Nostradamus aveva scritto del

“primo figlio abbandonato a un matrimonio inopportuno”
come a presagire una morte prematura del giovanissimo re. Ancora più calzante, sempre a posteriori, appare quanto scritto, secondo alcune interpretazioni, su Enrico II:

“Il giovane leone il vecchio sormonterà
Nel campo bellico in singolar tenzone
Nella gabbia d’oro gli occhi perforerà
Due ferite (o “flotte”) in una, poi morire, morte crudele.”

Il 30 giugno 1559 Enrico II partecipa a un torneo, dove giostra con il più giovane Gabriel de Montgomery. I duellanti hanno gli scudi dove, in entrambi, è rappresentato un leone: Montgomery sarebbe quindi il giovane leone ed Enrico il vecchio. Disgrazia vuole che la lancia del giovane sfondi la visiera di Enrico (nella gabbia d’oro gli occhi perforerà).
Schegge della lancia entrano negli occhi, nella gola e nella tempia del re (due ferite in una) che morirà, soffrendo molto, dopo 10 giorni di agonia.

Caterina de’ Medici e un astrologo



Come mettere in dubbio una profezia così precisa? Eppure, qualche elemento non quadra: lo scudo del Re di Francia avrebbe dovuto avere il simbolo araldico della Corona, il giglio, e non certo un leone; impossibile pensare a uno scontro così cruento in occasione di una giostra organizzata per festeggiare le nozze della figlia di Enrico. Se queste obiezioni non bastassero, Peter Lemesurier (autorevole studioso di Nostradamus) afferma che questa particolare quartina non compare nelle Profezie prima del 1614, mentre Nostradamus aveva scritto una lettera a Enrico II (pubblicata nelle sue Centurie) pochissimo tempo prima della sua morte, dove prevedeva per lui un futuro brillante.

Tra le predizioni più famose di Nostradamus ci sono quelle che riguardano la Rivoluzione Francese, l’ascesa di Adolf Hitler, i bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki, l’attentato alle Torri Gemelle dell’11 settembre a New York, passando per la morte di John e Bob Kennedy, le scoperte di Louis Pasteur, la figura di Charles de Gaulle. Peccato che la chiaroveggenza di Nostradamus sia inutile nel prevedere un qualsiasi evento futuro, ma sempre e solo valida a posteriori, a seconda delle interpretazioni che vengono fatte delle quartine.

Quando Nostradamus dà un’indicazione precisa, e questo accade solo in tre casi, sbaglia clamorosamente: una persecuzione religiosa nel 1792, mai avvenuta; il totale annientamento della specie umana, nel 1732; la fine del mondo, nel 1999.

Eppure, siamo ancora qui a discutere sulle profezie di Nostradamus, anche in relazione al Covid-19. Come non bastasse, dopo “peste e captivité”, ci attendono tempi ancora più duri:

“L’anno del gran settimo numero compiuto, apparirà al tempo dei giochi del massacro, non lontano dall’età del grande millennio, quando i morti usciranno dalle loro tombe.”

Insomma, questo disgraziato 2020 ci sembrerà un anno felice, in confronto a quanto ci aspetta nel 2027…

https://www.vanillamagazine.it/il-covid-19-e-le-profezie-a-posteriori-di-nostradamus/

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