99942 Apophis: appuntamento nel 2029

 

Apophis è l’oggetto celeste che più si avvicinerà alla Terra in questo decennio. Nel 2029 sarà ad un decimo della distanza Terra-Luna.

Apophis fu scoperto il 19 giugno 2004 dal Kitt Peak National Observatory, in Arizona, da Roy A. Tucker, David James Tholen e Fabrizio Bernardi del progetto di ricerca asteroidi finanziato dalla NASA all’Università delle Hawaii. Questo gruppo osservò Apophis per due notti. Al nuovo oggetto fu assegnata la designazione provvisoria di 2004 MN4.

Il 18 dicembre l’oggetto fu riscoperto in Australia da Gordon Garradd dall’Osservatorio di Siding Spring, un altro impianto NASA che si occupa del rilevamento degli asteroidi near-Earth. Ulteriori osservazioni da più parti del globo nei giorni seguenti permisero al Minor Planet Center di confermare che era lo stesso oggetto scoperto a giugno.

A questo punto la possibilità di un impatto per il 13 aprile 2029 fu calcolata dal sistema automatico SENTRY del programma NASA per lo studio degli oggetti near-Earth. NEODyS, un sistema automatico simile in uso all’Università di Pisa, in Italia, e all’Università di Valladolid, in Spagna, confermarono la possibilità di una collisione fornendo previsioni simili alle precedenti.

Nei giorni seguenti ulteriori osservazioni permisero agli astronomi di restringere il cono di incertezza e la probabilità di impatto salì fino a un picco del 2,7%, ovvero 1 su 37. Tenendo conto delle sue dimensioni, ciò portava Apophis al livello quattro sui 10 previsti dalla Scala Torino e 1,10 sulla Scala Palermo, un’analoga scala più tecnica, usate dagli scienziati per classificare la pericolosità di un asteroide in rotta di collisione con la Terra. In entrambi i casi questi sono stati i più alti valori mai raggiunti da qualunque oggetto mai valutato su queste scale.

Il 27 dicembre furono identificate alcune osservazioni pre-scoperta effettuate il 15 marzo 2004, osservazioni che consentirono di effettuare un più preciso calcolo dell’orbita. In effetti il passaggio del 2029 risultò molto più ravvicinato di quello ipotizzato nelle prime previsioni (quasi alla stessa distanza di un satellite geostazionario), ma l’incertezza dei calcoli era ormai così piccola che il rischio di impatto per quella data poteva essere escluso. Il passaggio ravvicinato del 2036 presentava ancora un certo rischio. A gennaio 2006 la probabilità cumulata della scala Palermo risultava essere di -1,39, mentre sulla scala Torino Apophis era al livello 1.

Il 30 dicembre 2009 il capo dell’agenzia spaziale russa Anatoly Perminov dichiarò l’intenzione di convocare un vertice internazionale per valutare una missione allo scopo di distruggere l’asteroide: in effetti nonostante la possibilità di accadimento dell’evento catastrofico fosse bassa, gli effetti che essa potrebbe avere sarebbero talmente disastrosi da rendere utile un intervento diretto per scongiurare anche quella minima possibilità.

In caso di impatto

La NASA inizialmente stimò l’energia che Apophis avrebbe liberato colpendo il nostro pianeta equivalente a 1480 megatoni (114 000 volte l’energia liberata da Little Boy, la bomba atomica sganciata dagli Stati Uniti su Hiroshima, in Giappone). Una successiva stima più precisa indicò 870 megatoni (circa 65 500 volte la bomba di Hiroshima). Per fare un confronto, nell’impatto che ha generato il cratere di Barringer si stima sia stata liberata un’energia pari a circa 10-20 megatoni, l’eruzione del vulcano Krakatoa nel 1883 ha approssimativamente generato l’equivalente di 200 megatoni, mentre la Bomba Zar, il più potente ordigno nucleare mai fatto esplodere, ha liberato un’energia pari a 50 megatoni. Gli effetti esatti di ogni singolo impatto possono variare a seconda della composizione dell’asteroide, del luogo e dell’angolo di impatto. In ogni caso, i danni causati sarebbero stati particolarmente ingenti su un’area di migliaia di chilometri quadrati mentre risultava improbabile l’eventualità di effetti globali duraturi, ad esempio un “inverno da impatto”.

In base all’ora prevista di impatto (13,89 aprile, ovvero circa le 21:20 UTC del 13 aprile) e al fatto che l’asteroide si sarebbe avvicinato alla Terra dall’esterno della sua orbita, la collisione con Apophis avrebbe probabilmente riguardato l’emisfero orientale (fusi orari da +3 UTC a +10 UTC).

Il passaggio del 2029

Il 13 aprile 2029, secondo la NASA, Apophis passerà sulla Terra a circa 30.000 chilometri sopra la superficie. È più vicino di alcuni dei satelliti in orbita attorno al nostro pianeta.Ma non preoccupatevi. La NASA afferma che le osservazioni hanno completamente escluso la possibilità che Apophis 99942, ci colpisca.

Più pericolosi i successivi passaggi

In futuro l’asteroide Apophis 99942 rischierà di schiantarsi contro la Terra un centinaio di volte, col passaggio più pericoloso previsto per il 2068. Lo ha annunciato un team di astronomi russi del Dipartimento di Meccanica Celeste presso l’Università Statale di San Pietroburgo, che ha pubblicato un nuovo e dettagliato rapporto sulle possibili traiettorie del famigerato ‘sasso spaziale’

https://www.nibiru2012.it/99942-apophis-appuntamento-nel-2029/

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