Scoperta l'origine delle chimere



La ricostruzione in 3D di un cranio fossile aiuta a ricostruire l'evoluzione di questi rari e misteriosi parenti degli squali

Le chimere non sono solo creature mitologiche, ma rappresentano anche uno dei gruppi più enigmatici, antichi e meno conosciuti di vertebrati. Le 48 specie note di chimera sono pesci imparentati con le razze e gli squali, con cui condividono l’avere uno scheletro cartilagineo, ma possiedono specializzazioni uniche, come gli occhi enormi, dovuti all’adattamento a vivere in profondità.

Poco è noto sull’origine di queste insolite, timide creature, poiché gli scheletri cartilaginei fossilizzano male. Un nuovo, recente studio apparso su Nature all’inizio di gennaio ha usato sofisticatissime tecniche di micro-tomografia computerizzata in 3D per ricostruire il cranio di Dwykaselachus oosthuizeni, un antenato delle moderne chimere vissuto alla fine del Paleozoico, 280 milioni di anni fa.

Michael Coates, del Department of Organismal Biology and Anatomy dell'Università di Chicago, che ha diretto il team internazionale coinvolto nello studio, sostiene che studiare la struttura tridimensionale del cranio di questi antichi vertebrati ci permetterà di comprendere meglio l’evoluzione dei pesci cartilaginei e in particolare i preadattamenti necessari per l’evoluzione delle moderne chimere. Ad esempio, gli occhi grandi avrebbero predisposto questi proto-squali a preferire gli abissi marini.

Il cranio esaminato nello studio fu trovato negli anni ’80 in un campo in Sud Africa da un agricoltore e paleontologo dilettante, Roy Oosthuizen, da cui la creatura ha preso il nome scientifico, e rimase a lungo ignorato nel Museo Sudafricano di Città del Capo. Un primo esame con la tomografia nel 2013 mostrò tuttavia che il cranio era intatto nella sua struttura tridimensionale e superficialmente sembrava appartenere a uno squalo simmoriide, antichissimo pesce cartilagineo estinto dal Carbonifero.

La novità di questo nuovo studio è che riesce a darci un’idea della forma e della disposizione delle strutture all’interno del cranio: malgrado l’aspetto esterno da squalo, l’interno è quello di una chimera, inclusa la disposizione dei principali nervi cranici, la forma dell’orecchio interno e quella delle narici. Di conseguenza, la linea evolutiva che ha portato alle chimere moderne era già ben presente e differenziata ai tempi di Dwykaselachus, che tecnicamente è già una chimera.

Un aspetto interessante della questione è che 360 milioni di anni fa, alla fine del Devoniano, ci fu una grande estinzione di massa che portò all’evoluzione rapidissima di molti pesci cartilaginei, la maggior parte dei quali non erano però squali, ma chimere, il contrario della situazione moderna. Dopo moltissimi anni in cui delle chimere si è saputo poco o nulla, finalmente le nuove tecnologie ci stanno rapidamente portando a conoscere questi pesci, chiamati così da Linneo, che forse li vedeva come squali ibridati con qualcos’altro. Uno studio del 2014 ci spiegava, ad esempio, che il genoma delle chimere si evolve molto lentamente e ha un sistema immunitario molto diverso dal nostro. Una ricerca del 2009, simile a quest'ultima appena pubblicata, approfondiva invece la struttura 3D del cranio di un iniopterigio, un altro pesce cartilagineo chimeroide, vissuto 300 milioni di anni fa. Infine, le nuove tecniche che consentono le riprese sottomarine a grandi profondità ci hanno permesso, lo scorso dicembre, di filmare una chimera blu dal naso a punta (Hidrolagus trolli) in prossimità delle Hawaii e della California, il che estende di molto le nostre conoscenze sull’areale di questa specie azzurra ed elusiva.

http://www.nationalgeographic.it/natura/animali/2017/01/10/news/scoperta_l_origine_delle_chimere-3378133/

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